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Le Società
"Adroit" e "Tuscany Minerals Srl " dal 2006 analizzano la
Toscana per individuare il suo oro. Seconda pag. su questi
studi e una sull'inquinamento. |
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1) Il sondaggio-civetta.
Già nel 2007 si parlava di "esiti incoraggianti" e si lasciò trapelare la notizia di uno spettacolare sondaggio che indicava un tenore di 0,65 once d’oro per tonnellata, a 22,5 metri di profondità, vicino a
Montieri. Ma il popolo dei "cercatori", già pronto a mettersi in moto, deve sapere che l’oro non è rintracciabile con il classico setaccio.
Mauro Biagioni, assessore comunale all’ambiente di Roccastrada (comune interessato da diverse richieste di ricerca) ha sempre frenato quanti pensavano ad armarsi di
padelle: "Se davvero sul nostro territorio ci sono metalli preziosi, questi, mi pare di capire, non sono in quantità tali da arricchire il cercatore della domenica o da essere rintracciati con il setaccio". Verità sacrosanta.
Colline aurifere? In passato, negli anni ottanta - novanta, la Compagnia Mineraria
Italiana, un’altra società del settore, aveva mostrato interesse per le Colline Metallifere; poi alla fine fu deciso di battere altre piste ed il monitoraggio (anche attraverso l’uso dei satelliti) era stato abbandonato prima
ancora dell’avvio. Dal 2006 le società
Adroit e Tuscany sono tornate "a bomba" sull’oro, avviando le complesse pratiche finalizzate ad ottenere i permessi di
sondaggio su migliaia di ettari di campagna.
Dove, come e perché? Il primo via libera dall’ex Corpo delle Miniere è arrivato nel 2007, contro il parere degli enti locali (comuni e provincia), per l’area di Torniella e
Monticiano. Poi il discorso si è allargato a Chiusdino (Siena) e a Civitella,
Montieri, Manciano, Follonica e Campagnatico. Insomma un fronte imponente. Le attività autorizzate, al momento non invasive, si chiamano prospezioni geochimiche e consistono nel raccogliere piccoli campioni (dai 300 ai 500 grammi di rocce) su cui vengono eseguite, in laboratori specializzati, analisi chimiche e mineralogiche.
2) La febbre sale.
I permessi di ricerca già vistati o in attesa dell’ok di Firenze sono una decina. I canadesi della
Adroit per esempio ne hanno presentato uno denominato "Poggio
Carpinelle" (località vicina a Sticciano), che interessa un’area di 1.294 ettari. Si è conclusa da poco la fase istruttoria delle integrazioni richieste dal competente ufficio regionale dell’energia. Oggi la
Adroit è titolare di sei permessi di ricerca mineraria: il primo "Poggio
Carpinelle", 1.294 ettari a Roccastrada; il secondo “Faggio Scritto", 246 ettari a
Manciano; il terzo sempre a Manciano "Poggio Monticchio", di 236 ettari; il quarto,
"Montauto", a Manciano 258 ettari; il quinto ancora a Manciano,
"Tafone sud", 340 ettari; il sesto a Scansano, "I Salatoli", di 455 ettari.
Ma non finisce qui. La stessa Tuscany ha in ballo, oltre agli 826 ettari del permesso “Torniella" (su cui ha ricevuto il si a gennaio 2008), altri 1.206 ettari nell’area denominata
"Roccastrada" e un altro permessino ribattezzato "Monte Alto" di 923 ettari. In totale sono quindi oltre 4 mila ettari per un tipo di ricerca "non invasivo" nel comune di Roccastrada e
Follonica. Altrettanti dell’Adroit, a macchia di leopardo, nel resto della provincia.
3) I costi delle operazioni.
Ma quanto costa studiare il suolo della Maremma con queste metodologie? Solo se la
Adroit e Tuscany Minerals stimeranno interessante, tra un anno, il rapporto costo /
benefici si proverà a chiedere, in un secondo momento, concessioni specifiche.
Le spese, in questa fase, lo si scopre dalle carte presentate nei comuni interessati, ammontano in media a
80 mila euro per ogni sito per la Adroit, 45 mila euro a sito l’investimento della
Tuscany Minerals per svolgere campionamenti analoghi a Torniella e nelle colline
ardenghesche, in aree però più ridotte rispetto alla società concorrente.
“Non siamo stati colpiti dalla febbre dell’oro e quindi non abbiamo dato nessun via libera ad un’improbabile corsa al prezioso metallo, ma soltanto concesso alcuni permessi che, secondo i nostri uffici tecnici e legali, non avevamo alcun elemento per negare l'effettuazione di indagini geologiche assolutamente di nessun impatto ambientale” sosteneva la
Regione Toscana in merito ai permessi per la ricerca dell’oro nella zona di
Roccastrada.
"Ben diverso” diceva l’assessore all’energia, Annarita Bramerini "sarà il nostro atteggiamento nel caso in cui ci venissero richieste altre autorizzazioni ambientalmente meno compatibili. Se in questa fase avessimo negato i permessi, in caso di ricorsi saremmo risultati soccombenti". Per la Regione spetta alle istituzioni locali vigilare sulla correttezza del comportamento delle società autorizzate e, se esse derogheranno da ciò che è stato concesso, le autorizzazioni saranno revocate.
L’ultimo permesso qualche mese fa (2009). La Maremma è sempre più "nuova frontiera" per la ricerca dell’oro. Un decreto dalla Regione Toscana ha dato alla
Tuscany Minerals la possibilità di effettuare la ricerca dell’oro in un’altra porzione dei comuni di Roccastrada e Follonica, in aggiunta al permesso concesso poco prima. Questa nuova ricerca si chiama in codice "Montoni", ed è valida per una estensione di 266 ettari. Dunque si procederà, nonostante le perplessità dimostrate in merito dalla giunta di Roccastrada e da gran parte del mondo
ambientalista. |
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Si può individuare
la zona delle note Colline Metallifere che
precedentemente furono oggetto di maltrattamenti ecologici da parte
della E.N.I. ecc. (vedi pagina al merito), mentre lungo il
margine inf. della regione c'è la maremma grossetana: però va
detto a tal
proposito che pur essendo questa la sua area più nota,
in realtà si sviluppa ulteriormente, ad es. fin nel seenese.
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Da tre anni a questa parte hanno scandagliato il cuore della Maremma. Ottomila ettari, roccia su roccia, tra le colline e il mare, nell'incantato paesaggio selvaggio dei butteri.
"Gli indizi trovati sono a centinaia e inequivocabili" sostiene il geologo Franco
Maranzana. "Questa è una terra piena di oro. Adesso stiamo aspettando
lui, l’unico scopo del nostro lavoro, il giacimento. Perché solo se esiste, come noi sospettiamo e speriamo, tutto ciò che abbiamo fatto in questi anni può diventare un business. Altrimenti
tutta la ricerca fallisce".
In un periodo di forte recessione mondiale, dove le borse sono a picco e i tagli un po’ ovunque, solo l’oro sembra dare nuovi impulsi a tutta l’economia e alla ricerca, dato che gli analisti prevedono negli anni
a venire un aumento vertiginoso delle quotazioni del prezioso metallo; la sua estrazione potrebbe diventare sempre più conveniente. Specialmente in Italia dove le concessioni per la ricerca costano appena 8-9 euro a ettaro, le più economiche d'Europa, anche se dopo ottenere il permesso di estrazione è molto difficile.
Adesso la ricerca è tutta in mano a due società, la Tuscany e l’Adroit. La prima ha per ora sei permessi di ricerca concessi dalla Regione Toscana nei comuni di Follonica,
Suvereto, Campagnatico, Roccastrada e Civitella Paganico. La seconda opera nei comuni di
Chiusdino, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo e Civitella Paganico, ma sta concentrando i
carotaggi anche sulle colline di Manciano e Scansano.
Alla Adroit lavora Maranzana che conferma in alcune zone la presenza di oro, circa 3-4 grammi per tonnellata. Per il momento è impossibile fare pronostici. La percentuale è ancora troppo bassa per crederci davvero e non sarebbe abbastanza remunerativa. Si continua ad andare avanti scandagliando campioni di rocce. Se le due società non ci
credessero avrebbero già rimesso i remi in barca, visto anche i venti di crisi. Ma non è cosi.
La Adroit ha accettato per questo di pagare 80 mila euro di canone annui alla Regione per ogni sito, per i relativi permessi, chiedendo una proroga di due anni che Firenze ha poi ridotto a l2 mesi, fino al 19 dicembre 2009. La
Tuscany si muove nello stesso modo, pagando 45mila euro a sito per svolgere campionamenti a Tornella e nelle colline
ardenghesche, in aree più ridotte. Come la
Adroit, anch’essa è impegnata nella ricerca dell’antimonio (oltre che dell’oro). Manca poco alla scadenza per trovare il giacimento. Le speranze non mancano, ma i soldi si.
La Adroit versa in condizioni non buone dal punto di vista finanziario. La crisi
internazionale è arrivata anche a Vancouver, ed è per questo che le speranze sono rivolte a nuovi investitori e ulteriori proroghe.
La febbre dell’oro (se cosi si può chiamare) si è abbassata negli ultimi mesi. Dopo i primi "saggi" promettenti è calato il più completo silenzio sulla "corsa all’oro" in Maremma che sembra aver rallentato il proprio cammino. All'ufficio regionale del settore
miniere-energia, a luglio 2009 non era ancora pervenuta alcuna comunicazione da parte delle due
società che operano da due anni sul campo. "Questo però non vuol dire nulla ai fini dell’esito della ricerca" tiene a precisare l’assessore regionale all’energia, Anna Rita
Bramerini. “La posizione della Regione Toscana in questa delicata materia è sempre stata chiara:
'nessuna corsa all’oro e non siamo stati colpiti dalla febbre dell’oro'. La Regione ha solo
concesso alcuni permessi che non potevamo negare in quanto servivano per effettuare indagini geologiche assolutamente di nessun impatto ambientale, in quanto si tratta di un’attività di ricerca propedeutica a quella estrattiva. Per il futuro attendiamo gli sviluppi".
Una storia abbastanza strana quella della ricerca dell’oro in Maremma, contrastata spesso anche dalla popolazione locale sempre per motivi legati all’ambiente. Ancora troppo vivo il ricordo degli
scempi perpetrati in queste zone
a seguito di estrazioni minerarie (vedi
terza pag. di questa relazione).
"ll nostro vero oro" aveva tempo fa dichiarato il sindaco di Roccastrada Leonardo Marras "è la ricchezza del nostro paesaggio e per proteggerla non c’è bisogno di scavare”. Anche gran parte del mondo ambientalista aveva espresso perplessità su questo tipo di ricerche.
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